Kirche Santa Maria Maddalena
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La Chiesa parrocchiale di S. Maria Maddalena fu costruita in Piazza Maio nel 1540.
Venne rasa al suolo dal terremoto che distrusse Casamicciola il 28 luglio 1883.
Fu ricostruita dove è situata attualmente nel 1896
Aveva cinquataquattro anni, tre mesi e diacessette giorni quando morì. Era di domenica. Era il 17 aprile 1898. Centosedici anni fa. Morì a Casamicciola dove era nato e nella stanza della canonica della Chiesa di Santa Maria Maddalena di cui era Parroco. Morì in concetto di Santità, come dice la Chiesa, perché era il Parroco Santo. La salma rimase esposta per due giorni. Ai suoi funerali parteciparono circa quindicimila persone. Si chiamava Giuseppe Morgera ed il suo esempio di vita nel contesto civile di Casamicciola – distrutta dal terremoto del 28 luglio 1883 – è stato raccontato per tradizione orale per anni da diverse generazioni. Anche questo esempio di vita si sarebbe spento se un giovane prete, venuto da S.Angelo ai primi degli anni ‘ 30 del ‘ 900 a fare il cappellano presso una chiesetta di periferia che la nipote di questo prete aveva voluto edificare insieme ad uno ospizio per i poveri chiamato Villa Joseph, non fosse rimasto affascinato dal raccolto della gente del Parroco Santo e non avesse deciso di scrivere un libro sulla sua vita e presentarlo come sacerdote, come uomo di cultura, come missionario della Parola del Vangelo. Si chiamava questo prete Pasquale Polito e nel 1941 con la prefazione del Cardinale Luigi Lavitrano, nativo di Forio ed Arcivescovo di Palermo, dava alla stampa a sue spese la vita del Parroco Morgera in mille copie. Quando morì il Parroco Santo mio padre che era un bambino di 12 anni raccolse una goccia del suo sangue dal naso e conservò il fazzoletto come una reliquia. Quando andai ad intervistare Mons. Pasquale Polito per i suoi 80 anni nel 1987 nel suo piccolo appartamento ad Ischia Ponte di proprietà della Curia nell’ antico Palazzo Cossa mi parlò della vita del Parroco Santo di Casamicciola. Mons. Polito è stato uno dei più grandi storici dell’ isola d’ Ischia. Della vita del parroco Morgera è stata preparata una seconda edizione, dopo la prima del 1942 una raccolta di 12 testimonianze per la sua causa di beatificazione che è ferma perché nessuno si interessa. Ho consegnato anche il manoscritto della seconda edizione a Don Pasqualino Castagna che mi ha assicurato che si interesserà della pubblicazione ma sono già passati due anni e sto diventando troppo vecchio ed ho pregato Don Pasqualino di fare presto altrimenti la seconda edizione del Parroco Morgera uscirà, se uscirà, postuma. Dopo quella intervista apparso su Il settimanale d’ Ischia e che è contenuta integralmente nel mio libro Tempi d’ Ischia del 1988 le cose presero fuoco, come mi disse Mons. Polito, e la Curia pubblicò il libro con un rinnovato interesse per la causa di beatificazione del Parroco Santo che fu ripresa. Gli storici Agostino Di Lustro e Giovanni Castagna scrissero una monumentale Positio sul Parroco Morgera e la Sacra Congregazione per la Causa dei Santi presso la Santa Sede ha ritenuto almeno da vent’anni Venerabile il Parroco Morgera che è oggi Servo di Dio in attesa della proclamazione della Santità da parte della Chiesa. Ma questo conta poco, per me, laico. Conta una Santità popolare che fu riconosciuta a questo prete di 54 anni che forse sarebbe diventato Vescovo e che è stata tramandata di generazione in generazione. Le virtù di questo prete sono eterne perché contenute in un libro che ne conserva la Memoria. Il libro parla di Amore verso il prossimo che è Dio. Il Parroco Santo dava tutto ai poveri ed in quel tempo erano una moltitudine. Lasciò diciassette soldi come eredità materiale. Dopo il terremoto del 1883 ricostruì Casamicciola, che contava circa 4mila abitanti, nella coscienza civile ed impiegò 12 anni affinché si costruisse una nuova chiesa per un nuovo popolo. Anche allora – pur in presenza di un paese distrutto – ci furono polemiche per la scelta del sito dove doveva sorgere la nuova Chiesa. Il Consiglio Comunale che scelse il sito tra i sostenitori di Casamicciola alta e quelli di Casamicciola bassa decisero a maggioranza di un sol voto che fu quello del sindaco Giuseppe Dombrè, espressione di Casamicciola alta. La decisione avvenne per una lettera aperta del Parroco Morgera ai consiglieri comunali: un appello alle coscienze. Scrive Mons. Polito che anche a lui toccò in sorte quella che è un po’ il destino di tutti i grandi: l’ incomprensione e la limitazione fatta dagli altri con personale unità di misura. Mons. Pasquale Polito da storico rigoroso – come in tutte le sue opere – racconta tutto con dovizia di particolari nel suo libro sul Parroco Santo quasi a trasmettere un messaggio alle generazioni future di Casamicciola: seguite l’ esempio del Parroco Santo ma cercate di non ripetere gli errori e le miserie delle vostre classi dirigenti, costruite un popolo nuovo e fate tesoro di un esempio di vita così alto che avete avuto la fortuna di avere perché la figura di Don Giuseppe Morgera è la più alta che avuto la Chiesa d’ Ischia in epoca moderna e contemporanea. A Mons. Pasquale Polito fu concessa la Cittadinanza Onoraria di Casamicciola nel 1991 tre anni prima di morire. Quando la ricevette nel corso di una cerimonia tenutasi nella Parrocchia di Santa Maria Maddalena si recò presso la tomba del Parroco Santo accanto all’ altare del Crocifisso dove Don Giuseppe aveva celebrato l’ultima messa venerdì 15 aprile 1898 e pianse senza freno prostrandosi davanti alla tomba supplicando il Parroco Santo di non farlo morire ceco e di accompagnarlo nella visione di Dio.